A che punto è la trattativa per l’acquisizione della Fermana? Come procede l’iter per la ristrutturazione del debito? A che punto siamo con le incombenze da pagare per la stagione conclusa? Queste e altre domande riecheggiano tra i tifosi, pronti ormai ad assaporare l’ennesima estate “calda”, di quelle caratterizzate da un’attesa spasmodica. Insomma, l’esatto contrario di quel mix corroborante di cui una piazza avrebbe bisogno dopo un periodo calcistico oltremodo negativo e irrituale per la pluricentenaria storia gialloblù.
Proviamo a fare il punto, ben sapendo che un approccio razionale mal potrebbe sposarsi con una situazione dalle molteplici sfaccettature e priva dei necessari elementi di comprensione.
Trattativa, chi è capace di fare una sintesi?
Iniziamo dalla trattativa con il gruppo maltese rappresentato dal manager umbro Pierfrancesco Pileri. A quest’ultimo va riconosciuto di averci messo sempre la faccia e di essersi professato sempre ottimista. Tuttavia a quasi 2 mesi dall’avvio del confronto con la dirigenza canarina (foto di Pileri al Recchioni ci sono già a campionato in corso) un punto non è stato ancora messo. Per motivi sicuramente validi, che certamente non vogliamo confutare. Ma due mesi per l’acquisizione di una società di Eccellenza non sembrano pochi, anche se non mancano le motivazioni.
Il debito e l’attesa per una sentenza decisiva
Una di queste motivazioni potrebbe riscontrarsi nell’attesa per la sentenza del Tribunale che darebbe il via alla ristrutturazione del debito. Sono scaduti i 2 mesi che la norma pone per la presentazione di possibili ricorsi all’intesa trovata con gli enti. Adesso tocca al Tribunale, che – come scritto ormai da un anno – si prenderà i suoi tempi per la sentenza. E l’impressione è che, come sempre, i giudici non amino essere tirati per la giacchetta. In definitiva: la decisione potrebbe arrivare molto presto oppure potrebbe essere presa tra qualche giorno, tra qualche settimana, chissà… E cosa fare a questo punto? Impossibile immaginare una trattativa in stand-by per tanto tempo: il rischio è quello di arrivare lunghi anche quest’anno, senza alcuna garanzia. Serve allora – lo ripetiamo – fare una sintesi, capire come poter arrivare a un accordo intermedio che garantisca le due parti ma che, contemporaneamente, sblocchi la situazione e consenta di far partire un minimo di programmazione.
Fino ad oggi la Fermana non ha pensato a un “piano B”, anche per non apparire scorretta nei confronti degli interlocutori e per continuare a mostrarsi interessata alla trattativa. Ma alcune componenti societarie stanno mordendo il freno e qualche certezza in più a loro non dispiacerebbe averla…
Stipendi e debiti con i privati
Rimangono gli ultimi due aspetti, quelli legati agli stipendi ancora da pagare ai calciatori e alle pendenze con alcuni privati. Parlando con il manager Francesco Pileri, giorni addietro, il tema “debiti” era stato affrontato. In sintesi, Pileri affermò: “Quando procederemo all’acquisto del 55% delle quote, la Fermana avrà a disposizione il denaro che potrà utilizzare come meglio vorrà”. Ma la società cosa fa? Aspetterà questi soldi per sanare queste pendenze? Perché, per paradosso, gli acquirenti hanno sempre manifestato l’intenzione di rilevare una società pulita e libera da debiti. Insomma, un “calembour” da cui appare difficile uscire… C’è chi dice che i soldi debbano arrivare dal Dg Ruggeri, ma ad oggi non si hanno notizie di passi in avanti.
Necessario mettere un punto
Ecco allora che a tutta la storia manca forse un elemento comunicativo in più, un aspetto chiarificatore che possa dare ulteriore credibilità alla vicenda e rassicuri piazza e tifosi. Un gesto di buona volontà, da una parte o dall’altra, per sbloccare la situazione. Se poi quelle espresse su queste colonne saranno solo congetture, saremo i primi a prenderne atto con favore. Ma a metà giugno i patti di riservatezza dovrebbero essere accompagnati, forse, anche da elementi di concretezza che diano al tutto il colore dell’ottimismo. E questo, al momento, sembra mancare…