A Fermo il calcio dura 4 mesi, vale a dire quel lasso di tempo che va dalla fine ufficiale di una stagione all’inizio di quella successiva. Il campionato vero e proprio è, poi, una inutile e snervante passerella, fatta di scarsissimi risultati e soddisfazioni praticamente inesistenti. E’ così anche quest’anno: finita la stagione con l’ennesima retrocessione, si è aperta la solita ridda di ipotesi, di presunte trattative, di incoscienti atteggiamenti attendistici. E’ la solita estate, insomma. Ma stavolta la situazione può essere ancora peggiore. Cerchiamo di fare un punto, mettetevi comodi…
Confronto con i tifosi e confronto interno
Giovedì sera si è tenuto un incontro tra il sindaco Calcinaro, l’assessore Scarfini, il Dg Ruggeri e la tifoseria. Assente, ancora una volta, la famiglia Simoni. Chi c’era lo ha definito una sorta di “sfogatoio”, nel corso del quale i tifosi hanno fatto sentire il proprio malcontento e l’amministrazione ha preso atto della volontà della maggior parte degli stessi sostenitori.
Nelle ultime ore sembra esserci stato anche un confronto interno alla società, tra proprietà e dirigenti. I Simoni sembrano essere in un momento di preoccupata riflessione: con la partenza dei “maltesi” (in fondo mai effettivamente arrivati), nessuno ha più bussato alla porta di Viale Trento. Intanto, si è ancora in attesa della sentenza del Tribunale e, come detto, ci sono delle scadenze a cui far fronte.
Gli scenari
Dal confronto interno è emerso che la cifra sborsata dalla proprietà in poco più di due anni è stata di poco superiore al milione di euro, compreso un mutuo acceso di 300 mila euro. Di fronte a queste cifre, i Simoni si sarebbero detti disponibili a pagare i 200 mila euro di debito con il Credito Sportivo. Il tutto aspettando la sentenza del Tribunale sulla ristrutturazione del debito, vero spartiacque del destino gialloblù.
Ma poi? Non ci sarebbero – e per la verità non ci sono mai state – le potenzialità per portare avanti la società e approcciare le nuove stagioni agonistiche. Ai Simoni va dato atto di essere rimasti con il cerino in mano, dopo 10 anni di ricche libagioni da parte di più di un soggetto transitato a Fermo. Ma quando finisce la benzina, la colpa è ovviamente del conducente e in molti si dimenticano chi quel mezzo lo ha sfruttato intensamente… Chi si ricorda la prima intervista dell’allora Dg Tubaldi al Pelloni? Era il 2022 e parlava già di un debito di 2,5 milioni… Le cose sono andate poi peggiorando, con debiti che si sono aggiunti ma anche con altri che sono saltati fuori. Fino alla creazione di una situazione ingarbugliata, fuori e dentro il campo. Che oggi, in un presente nebuloso, lascia aperta la porta a diverse ipotesi…
Quale Fermana? E in quale campionato? Intanto arrivano risorse dalla Serie C…
Una, due, forse tre prototipi di Fermana. Parole in libertà in questo mese di giugno, tra una sentenza di omologa della ristrutturazione del debito che – come detto – tarda ad arrivare, stipendi e debiti extra da ripianare e Piani B e C da considerare in caso di destino nefasto della Fermana Football Club. Destino negativo da associare a un parere negativo del Tribunale , all’incapacità – o scarsa volontà – della proprietà di fare fronte alle incombenze di queste settimane. O alla volontà dell’ambiente (in senso ampio) di lasciare andare la scialuppa canarina al suo destino.
Intanto facciamo qualche conto della “serva”: stipendi da pagare e debito con il Credito Sportivo portano a circa 350 mila euro complessivi da tirare fuori. Poi ci sarebbero altre incombenze con ex dipendenti e alcuni fornitori, ma sono sostanzialmente questi 350 mila euro a pesare di più.
Quanto al debito ristrutturato, fermo restando che l’ex patron Vecchiola ha già dato la sua disponibilità a coprire l’accordo con l’Agenzia delle Entrate (500 mila euro), va ricordato che la rimanente parte di debito, stavolta con l’Inps, verrà rateizzato.
Un aiuto indiretto giunge probabilmente dalla Federazione, da cui sono in arrivo risorse decisive visto il momento. Trattasi infatti di soldi legati ai diritti televisivi e altri crediti risalenti all’ultimo anno tra i professionisti. Somme non ingenti (circa 100 mila euro), ma decisive in chiave “pagamento stipendi”.
Tutto bene, ma resta il quesito di fondo: come andare avanti? Come progettare il futuro? Anche con il debito ristrutturato, anche con gli stipendi pagati, questa proprietà ha ampiamente dimostrato di non riuscire ad gestire una squadra di calcio. E – attenzione – l’Eccellenza non sarà una passeggiata sul piano tecnico ed economico… I tifosi e la città non hanno più fiducia nei Simoni, le cui colpe maggiori sono quelle di essere rimasti con il cerino in mano, di essersi circondati di persone non sempre affidabili (dietro garanzie di reperimento risorse) e di aver sempre ambito al “colpo grosso” per la cessione della società, rimanendo anche in questo caso con un pugno di mosche in mano. Conclusioni prevedibili, sia lo scorso anno (con la holding laziale) sia quest’anno (con il “gruppo maltese”). Ma perché non provare a ricreare qualcosa dal basso? Rodolfo Ulissi e la sua cordata si sono tirati indietro (“Non saremo la stampella di questa Fermana”, ha chiosato una decina di giorni fa l’assicuratore su queste colonne), ma opzioni come quella erano forse quelle che offrivano le maggiori garanzie nel breve periodo.
Sullo sfondo restano i dubbi e i tanti interrogativi: se il debito avrà l’ok dei giudici per la ristrutturazione, se stipendi e altre incombenze potranno essere pagate, se sostanzialmente il quadro non presenterà più le criticità degli ultimi anni, perché dire “basta” proprio ora? Appare chiaro, dunque, che possa esserci altro, un “non detto” che inficia la situazione attuale. Altrimenti tutto diventerebbe difficilmente spiegabile.
Le alternative e gli sviluppi possibili
Ecco allora che, in una situazione di questo tipo, si pensa a soluzioni alternative nel caso la Fermana attuale non ce la faccia ad andare avanti. E l’idea di lasciare la famiglia Simoni al proprio destino è anche quella che in questo momento invoglia i tifosi. Il pericolo, però, potrebbe essere anche quello di avere più “Fermane” in campo: quella attuale; quella che potrebbe nascere da una eventuale protagonismo della Palmense; o una nuova realtà che riparta magari con il titolo di un’ulteriore società.
Eventualità non semplice da gestire, anche per lo stesso Comune: se infatti la convenzione per lo stadio è stata messa a garanzia del debito della Fermana Football Club, stessa convenzione non potrà essere data ad altra società canarina. Con ciò che ne consegue.
Sulla terza opzione, poco da dire. Una possibilità potrebbe essere offerta dall’Atletico Mariner, squadra sambenedettese di Eccellenza. Ma non appare facile trasferire una squadra da un’altra provincia: la cosa non sarebbe vista di buon grado dalla Federazione e la eventuale trattativa assumerebbe contorni difficilmente inquadrabili secondo le norme federali.
La seconda opzione, quella seria, coinvolge invece la Palmense, squadra cittadina di Promozione. Nelle prossime ore la dirigenza della stessa Palmense si riunirà per decidere che risposta dare a città e amministrazione comunale. Si tratterebbe, comunque, di un progetto serio, che vedrebbe protagonista anche l’Afc Fermo in una operazione di salvataggio del calcio fermano che garantirebbe tutte le realtà coinvolte.
Tanto per cominciare, la Palmense dovrebbe modificare il proprio nome in Palmense Cdf (acronico di “Città di Fermo”). Stessa cosa potrebbe fare l’Afc, aggiungendo un riferimento alla propria denominazione. A quel punto si procederebbe per avere una situazione paritaria anche in tema di quote. E nel medio periodo, poi, si avrebbe una “crasi” perfetta. Certamente la società rivierasca vorrà delle garanzie, almeno per quel che concerne le strutture del quartiere litoraneo. Una cessione di identità attuale in cambio di garanzie sullo svolgimento delle attività future in contesti strutturali dignitosi.
Resta il nodo delle iscrizioni e dei tempi. Quelli per modificare la denominazione delle società sarebbero fissati per il 15 luglio, termine fissato anche per le domande di ripescaggio. E la Palmense sembra intenzionata a presentarla, anche se la priorità è in capo all’Azzurra Colli, uscita sconfitta dalla finale play-off e prima titolare del diritto. Successivamente ci sarà la scadenza per l’iscrizione in Eccellenza (25 luglio) e lì si vedrà se la Fermana Football Club si iscriverà o meno.
Nel caso si iscrivesse, la città avrebbe due squadre. A quel punto – scenario fantascientifico, ma non troppo – una potrebbe giocare il sabato al Recchioni (quella nata dalla Palmense), l’altra potrebbe scendere in campo di domenica. Ma con quale squadra? Un’ipotesi ovviamente da scongiurare, nell’interesse di tutti. In primis della credibilità dello stesso calcio fermano e, poi, dell’equilibrio psichico di tifosi che non meritano certamente una situazione di questo tipo!