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Fermana, Pippo Simoni: “Chiedo scusa a città e tifosi a nome della mia famiglia. La trattativa? Sarebbe la nostra salvezza”

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Da anni sono in società, da un paio di stagioni hanno acquisito il 100% delle quote della Fermana Football Club. Ma il bilancio, purtroppo per tutti, è oltremodo negativo, caratterizzato da insuccessi costanti, assenza di coerenza sul piano tecnico ed economico, gestioni societarie conseguentemente rabberciate. Parliamo dei componenti della famiglia Simoni, passati in pochi anni dalle tribune (dove sedevano in qualità di tifosi) alla scomode scrivanie degli uffici di viale Trento. Umberto è il presidente, Gianfilippo è socio e rappresentante de facto del nucleo familiare/dirigenziale.
La stagione è finita male, come quella scorsa del resto. E il nervosismo dei supporters non ha risparmiato nessuno, in primis chi della Fermana è il proprietario. Inevitabilmente, oseremmo dire. Ma questo i Simoni lo sanno: è il gioco delle parti. Del resto tante, troppe sono state le incongruenze di una società che ha fatto fatica – consentiteci la metafora – a mettere insieme il pranzo con la cena!
E allora abbiamo voluto sentire Gianfilippo Simoni, al termine dell’ennesima stagione terribile e all’alba di una trattativa per la cessione della società che caratterizza questa primavera fermana.

“Pippo Simoni devi vendere”, cantavano i tifosi. Bene, adesso sembra che la possibilità di vendere ci sia davvero
“E’ stato ed è un periodo durissimo. Ma facciamo un passo indietro, se me lo permette. E diciamo anche che la famiglia Simoni ha sopportato il peso dell’abbandono. Ricordo infatti che il nostro doveva essere un ruolo di traghettamento, che avrebbe portato alla vendita. Anche lo scorso anno, a ottobre con Tintinelli, la scelta era stata quella di prendersi le quote per poi facilitare la vendita della società. Anche perché – e lo abbiamo sempre detto – la nostra famiglia non era in grado di sopportare da sola un campionato di C, e neanche di D!
La voglia è sempre stata quella di cedere la società a persone serie, dunque. O di ampliare la base societaria con soci che potessero aiutare. E da parte nostra c’è sempre stata massima apertura”.

Vendita che non è mai arrivata. E la storia parla di due retrocessioni consecutive: un unicum per la centenaria storia gialloblù!
“Chiedo scusa alla città e alla tifoseria a nome dalla famiglia per la retrocessione… E’ stata e resta una mazzata al cuore per noi, come dirigenti e come tifosi. Ci stiamo male. Certo non posso sdoppiarmi, anche se si sommano proprio le delusioni di tifoso e di dirigente. Vi assicuro che fa male anche a me, tanto…”.

Cosa le rimane, in particolare, di questa stagione che sta per finire? Agli annali resteranno i “soliti” 3 allenatori, la squadra ampiamente modificata, le poche vittorie, la solita riconcorsa per reperire risorse…
“La cosa positiva di quest’anno è che c’è stato un avvicinamento da parte di imprenditori locali e contributi per la gestione della stagione. E un lavoro grande effettuato per la raccolta di pubblicità e degli sponsor. Un lavoro fatto da Federico Ruggeri, voglio dirlo per correttezza. Ecco, la cosa positiva è proprio l’aumento di partecipazione di imprenditori locali. In questo senso ringrazio persone come Roberto Ferroni, Samuele Isidori e Stefano Faggio per l’aiuto e per l’importante azione di supporto! E questo ci ha aiutato, anche se c’è ancora da finire di pagare gli stipendi… Stiamo comunque lavorando per la chiusura della stagione. Infine, altra cosa positiva è sicuramente il deposito del concordato. Uno degli obiettivi prioritari, direi fondamentale, di questa stagione. Inutile ricordarlo: se non andasse a buon fine la ristrutturazione del debito non si riuscirebbe mai a vendere la società”.

Torniamo al bilancio di questi ultimi anni. Non per girare il coltello nella piaga, ma la terza retrocessione in 4 stagioni ha definitivamente affossato l’istituto della “delega in bianco”. Insomma, è stato ampiamente dimostrato che non si può gestire una società delegando completamente a terzi, siano essi procuratori, amici o collaboratori vari. E’ sempre mancata una regia
“Qui farei una premessa decisiva: un conto è partire con budget predefiniti, un conto non poterlo fare. Se ci si trova a rincorrere l’assetto economico, non si riesce a pianificare la stagione in corso. Questo va capito. Io non voglio trovare scusanti, per carità. Ma c’è grande differenza tra il passato e questa stagione (il riferimento sembra essere all’era Vecchiola, rispetto agli ultimi anni, ndr)… Poi ci si può anche salvare con poco, ma se non si ha un budget prestabilito nei termini giusti, il rischio è sempre alto. E se non c’è una base societaria solida… Lo scorso anno siamo partiti a cavallo di Ferragosto: certo, ci ha dato una mano tutta la città, dovevamo pagare ancora l’ultima rata e in tanti ci hanno aiutato. Ma è ovvio che partire tardi è sempre un handicap. E questo avviene inevitabilmente proprio quando non c’è una base solida”.

Veniamo alla trattativa di cui si parla in questi giorni…
“Se arriva un gruppo economico serio è la nostra salvezza. Per questo mi auguro con tutto il cuore che questa trattativa vada a buon fine. Francesco Pileri è una persona serissima. Con la serie D il passaggio si sarebbe fatto subito. Ma anche oggi sarebbe una grande cosa. A Fermo è stato accolto bene, anche dall’amministrazione comunale e dagli altri dirigenti della Fermana. Il feeling è stato immediato con tutte le componenti con cui ha interloquito. Ci sono grandi aspettative”.

I risultati negativi hanno reso l’aria pesante. I Simoni resteranno? Con quale ruolo?
“Pileri ci tiene molto alla territorialità. Lo ha rimarcato più volte. E vorrebbe che noi restassimo in società. Così come le altre realtà che stanno portando avanti la Fermana, perchè la squadra deve rimanere del territorio. Vedremo. Quanto alle interlocuzioni già in atto in queste settimane, io spero che tutti i soggetti che si erano avvicinati alla Fermana possano essere coinvolti. Ovviamente non posso decidere io per altri, tuttavia mi auguro di sì! Proprio perché le realtà di Fermo devono collaborare. Ma non me la sento di dire nulla a tal proposito”.

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