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Torneo di minibasket “Città di Fermo”, tutto pronto per accogliere in città 22 squadre da tutto il mondo

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La società sportiva Basket Fermo, con il suo presidente Marco Marilungo, il vice presidente Roberto Ilari, l’istruttrice Maria Principini e alla presenza di molti dirigenti e di giovani atleti della società in divisa, ha presentato nei giorni scorsi il 17° Torneo Internazionale di Minibasket “Città di Fermo” (7-11 luglio 2025).
Nel corso della settimana entrante, come ogni anno da 19 anni (con l’eccezione degli anni 2020 e e 2021 per gli ovvi motivi legati alla pandemia), la città di Fermo si riempirà di giovani atleti provenienti da varie parti del mondo e dell’Italia. Sono 22, infatti, le squadre iscritte al Torneo, suddivise in tre categorie: gli Aquilotti (nati nel 2015), gli Esordienti (nati nel 2013) e gli Under 14 (nati nel 2011). Saranno quindi quasi 300 le persone coinvolte, tra giovani atleti, allenatori e accompagnatori. Un indotto potenziale di genitori e affiliati alle squadre che si aggirerà intorno alle 500 persone.

Le squadre verranno ospitate nel Camping Verde Mare, nell’Hotel Astoria e nel Residence Villa Nazareth. Tutto a Fermo.
Martedì 8 luglio, alle ore 17.30, ci sarà la presentazione delle squadre in Piazza del Popolo con gli inni nazionali e la lettura del giuramento dell’atleta. Venerdì 11, le finali sempre in Piazza del Popolo, dove verrà allestito un campo da gioco per l’occasione, con successiva premiazione delle squadre.
Tra le squadre straniere presenti al Torneo, ce ne sono due particolarmente significative, le squadre provenienti dall’Ucraina, la Skhid Lozova, e le squadre provenienti dal Libano, Al-Riyadi Academy. Entrambe queste società portano a Fermo ragazzi segnati da guerre ancora in corso. Un’occasione importante per far evadere i ragazzi ucraini e libanesi dalle tensioni nei loro paesi, un segno importante di speranza.

Il presidente del Basket Fermo, Marco Marilungo, ha voluto ricordare la finalità del Torneo, che è quella di creare un momento formativo, educativo, per i ragazzi del Basket Fermo. “Avere la possibilità di incontrare, nel campo di gioco ma non solo, loro coetanei provenienti da tutta Italia e da altre parti del mondo, è davvero un’occasione di crescita importante. Quest’anno, poi, la presenza degli ucraini e dei libanesi, cioè di ragazzi segnati da esperienze estreme come quelle della guerra, fa acquistare alla finalità educativa del Torneo una piega ancora più importante e significativa”.
Roberto Ilari, vicepresidente della società, ha ribadito le finalità formative del Torneo, “la capacità che ha l’evento di far incontrare giovani non solo nel campo di gioco ma in tutti i momenti di socializzazione che si creano spontaneamente tra una partita e l’altra”. È questo che spinge ancora i dirigenti della società ad impegnarsi ogni anno nell’organizzazione del Torneo.

Maria Principini, inoltre, ha ricordato la storia organizzativa del Torneo arrivato quest’anno alla diciassettesima edizione. “Molte cose sono cambiate nel coinvolgimento delle famiglie nell’organizzazione del Torneo ma una cosa è rimasta la stessa: la felicità dei giovani atleti nell’affrontare una settimana che difficilmente dimenticheranno”. L’istruttrice Principini ha anche ricordato il coinvolgimento di giovani che qualche anno fa hanno partecipato come atleti al Torneo e adesso invece sono parte importante dell’organizzazione della manifestazione.
Il Sindaco Paolo Calcinaro ha sottolineato l’importanza quest’anno della presenza dei giovani atleti ucraini e libanesi. Il Comune di Fermo ha tenuto i contatti insieme al Basket Fermo per far venire in Italia i ragazzi di Lozova, incontrando personalmente il sindaco della città ucraina molto vicina al fronte di guerra in occasione del Festival Tipicità. Un obiettivo, questo del coinvolgimento di città che vivono esperienza difficili come quelle della guerra per farli evadere dal loro difficoltoso contesto, pensato e condiviso insieme ad altri sindaci e amministratori di città italiane.
“Questo del Torneo Internazionale è un servizio importante per far evadere giovani da un contesto teso ed oppressivo ed un modo importante di costruire la pace con gesti apparentemente piccoli ma invece estremamente significativi”.

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